Dove posso comprare maglie calcio imitazione a cagliari

Per il Venerdì Vintage di oggi voglio invece ripercorrere l’epopea del marchio nel calcio inglese degli anni ’80 attraverso le maglie più affascinanti sfornate con il galletto sul petto o, come vedremo, sulle maniche. Non è mai facile stilare una classifica delle maglie da calcio più belle o di quelle più brutte: Espn, uno dei medium sportivi più influenti del mondo, ha provato a fare questa operazione per la Serie A, pescando dieci maglie belle e dieci maglie brutte degli ultimi 35 anni. Celeste anche lo scollo a V, bianchi i sottili bordi delle maniche. Il gallo da combattimento degli Spurs campeggiava al centro del petto, mentre quello di Le Coq Sportif trovava spazio su entrambe le maniche. Dal blu dell’Everton passiamo a quello del Chelsea, che nelle prime due stagioni con maglie Le Coq Sportif (1981-1983) scendeva in campo con uno stile gessato: pinstripes bianche, stemma del leone al centro ed i triangolini del marchio francese sulle maniche. Tengo a sottolineare la modernità dei materiali: stiamo parlando del 1985-1986 e contemporaneamente in Italia dominava la semplicità delle maglie Ennerre, a loro volta straordinarie, ma in maniera notevolmente diversa.

La tragedia dell’Heysel con conseguente messa al bando delle squadre inglesi dalle coppe europee però gli precluse la partecipazione alla successiva Coppa dei Campioni. Drake è senz’altro uno dei più grandi sostenitori della moda Bloke Core perchè negli ultimi anni è stato fotografato decine di volte mentre indossa maglie di diverse squadre sportive e nel 2016 ha scosso il web pubblicando una foto mentre indossa la maglia da trasferta della Juventus con il numero dieci che all’epoca apparteneva a Pogba. Le maglie replica sono meno dettagliate e il tessuto acrilico le rende anche meno traspiranti, mentre le maglie ufficiali sono in tutto e per tutto uguali a quelle indossate dai calciatori. E con una formazione simile, la maglia realizzata da PUMA non poteva essere da meno. La maglia da trasferta rispolvera le celebri righe gialloblù orizzontali, nel design di Puma le strisce sono più strette e con tonalità più scure rispetto al passato. Le prime due sono realizzate sullo stesso template, ovvero una casacca a tinta unita con colletto rotondo chiuso centralmente da un bottone e spalle di tonalità leggermente più scura. L’oro decora anche il colletto chiuso da un bottone e l’orlo delle maniche nella versione a maniche corte.

Tutti i kit hanno in comune la sagoma dell’Ecuador stampata sul retro del colletto con le coordinate dell’equatore, la bandiera nazionale sui bordi delle maniche e il nome del Paese sudamericano stampato in più lingue sul bordo interno. Le tre nuove divise del Camerun condividono lo stesso template con una sorta di “corazza” disegnata frontalmente, sul bordo delle maniche compare il tricolore verde, rosso e giallo della bandiera nazionale. La tradizionale stella nera è la protagonista della nuova maglia del Ghana dipinta di bianco, sul bordo delle maniche sono ripresi i colori della bandiera: rosso, giallo e verde. La divisa, realizzata come lo scorso anno insieme allo studio Bureau Borsche, è nera con una banda arancioverde centrale. Nonostante il design a banda verticale, atipico per la Germania, in realtà esso è ispirato a quello della prima maglia ufficiale della storia della nazionale nel lontano 1908. I loghi DFB e Adidas dorati sono posizionati al centro del petto.

La maglia di riserva è un girocollo di colore verde con una banda centrale più scura e l’inserimento di un badge centrale. Queste spennellate di colore investono tutta la maglia, su cui all’altezza del petto sono presenti lo stemma federativo e lo sponsor tecnico, entrambi di colore bianco. Tornando alla top ten questa maglia si classifica sul gradino più basso del podio perché è difficilissimo creare al giorno d’oggi una maglia particolarmente bella, infatti la Robe di Kappa con la terza divisa della stagione 2015/2016 ha raggiunto l’apice nella partnership granata, la sagoma del toro sulla parte frontale è composta dai nomi di tutti i campioni della storia del club e l’inusuale colore blu la rende ancora più affascinante. Ma la federazione già a novembre 2019 ha “rifiutato” la maglia perché la combinazione di colori riproduce la bandiera serba e non quella russa. La prima maglia, sin dalle origini, è sempre stata di un blu intenso, marchiata dal caratteristico anello di fasce disposte in orizzontale, rosso e nero, molto in alto sul petto e listato di bianco; ciò rappresentò da subito una vera eccezione nel panorama calcistico italiano, nuove magliette del napoli poiché anche in ambito internazionale è tuttora una rarità imbattersi in divise composte da quattro diversi colori.

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By Vanesa